Rayografie
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“i fiori sono il modo in cui una pianta
esprime il suo amore per la vita”.
Dain L. Tasker
Quasi fossimo degli insetti, ciò che ci attrae di un fiore sono essenzialmente i colori, la forma, il profumo. Ne facciamo dono alle persone amate, li scegliamo per abbellire le nostre abitazioni, li utilizziamo come ornamenti personali.
Renzo Bertasi si è invece focalizzato su una diversa caratteristica, meno scontata, meno evidente: la loro anatomia. Usando lastre per radiografie rivela la stratificazione di gambi, petali e foglie, realizzando immagini suggestive, monocrome, più simili a delicati disegni a matita che a fotografie.
Le composizioni fantasmatiche create da Bertasi raffigurano rose, tulipani, fiori di loto, calle, magnolie, orchidee, ma anche cardi, carciofi, verze, in un gioco di luci ed ombre delicatissimo, che va ricondotto non tanto alla maestria nell’uso della tecnica specifica della radiografia, bensì alla sua pluriennale esperienza in campo fotografico.
La padronanza della luce e dei contrasti rende queste immagini delicate e potenti, diafane e sensuali. Nessun vuoto estetismo dunque, ma l’uso di un congegno capace di mostrare la realtà che sottende la forma, l’anima, verrebbe da dire, di questi “corpi” tramutati in trasparenze appena lievemente accennate.
L’iniziatore di questa tecnica, il già citato Tasker, sosteneva che non vi fosse nessuna difficoltà nel realizzare radiografie di fiori, ma che occorresse solo molta costanza e la capacità di non abbattersi a seguito dei frequenti insuccessi. Tuttavia gli esperimenti dello scienziato Americano, risalenti agli Anni Trenta, restano a metà strada tra la ricerca scientifica e quella puramente estetica, senza mai sfiorare il livello artistico.
Per Renzo Bertasi è vero il contrario: l’immagine è come svincolata dallo strumento realizzativo ed è pre-concepita. Il soggetto floreale è messo in posa, la composizione studiata con cura e i tempi di acquisizione fotografica calcolati con assoluta precisione. Il risultato è la rappresentazione di un qualcosa che sconfina dalla realtà pur essendo reale, che esiste solo nella particolarissima dimensione dell’Xray. E’ un po’ come il colore: reale, percepibile, ma inesistente se non in presenza della luce.
Bertasi possiede il raro dono di dialogare con la realtà e di mutarla, per incanto, in sogno, in fantasia, in immaginazione, proiettandoci in una dimensione metafisica, tanto ricca di suggestioni da apparire onirica.
La sua idea di fotografia contempla una ricercatezza formale inappuntabile, unita ad una concettualità profonda, decantata lentamente, affinata con buone letture e ravvivata da lampi creativi imperiosi. Un mix tra razionalità ed istinto, dove l’una componente è funzionale all’altra e ne esalta appieno le potenzialità.
Carlo Micheli
“Flowers are the expression
of the love life of plants.”
Dain L. Tasker
As if we were insects, what attracts us in a flower are essentially the colors, the shape, the scent. We give flowers to loved ones, we choose them to beautify our homes, we use them as personal adornment.
Renzo Bertasi has instead focused on a different feature, less obvious, less evident: their anatomy.
Using X-ray plates, he reveals the layering of stems, petals and leaves, creating evocative, monochrome images, more like delicate pencil drawings than photographs.
The phantasmatic compositions created by Bertasi depict roses, tulips, lotus flowers, calla lilies, magnolias, orchids, but also thistles, artichokes, savoy cabbages, in a very delicate game of light and shadows, which is not so much due to his skill in the use of the specific technique of radiography, but rather to his long experience in the photographic field.
The mastery of light and contrasts makes these images delicate and powerful, diaphanous and sensual. No vacuous aestheticism, therefore, but the use of a device capable of showing the reality that underlies the form, the soul, some would say, of these "bodies" turned into transparencies just slightly hinted at.
The initiator of this technique, the already mentioned Tasker, argued that there was no difficulty in making flowers radiographs, but that it just needed much perseverance and the ability not to break down because of the frequent failures. However, the experiments of the American scientist, dating from the Thirties, stay halfway between scientific and purely aesthetic research, without ever touching the artistic level.
The opposite is true for Renzo Bertasi: the image is detached from the tool and it’s pre-devised. The floral subject is posed, the composition carefully studied and the photographic acquisition times calculated with absolute precision. The result is the representation of something that digress from reality although being real, which exists only in the very special dimension of the Xray. It’s a bit like the color: real, perceptible, but non-existent if not in presence of light.
Bertasi possesses
the rare gift of having dialogue with reality and of tranforming it, as if by magic, into dreams, into fantasy,
into imagination, projecting us into a metaphysical dimension, so rich in
suggestions that it seems to be dreamlike.
His idea of photography shall include a perfect formal sophistication, combined
with a deep conceptuality, slowly decanted, refined with good readings and livened
up by imperious creative flashes. A mix of rationality and instinct, where one
component is functional to the other and fully enhances its potentiality.
Carlo Micheli